venerdì 11 settembre 2015

SBROCCATA

C'era una volta,
una principessa fortunata.

Era nata un sabato mattina, bella e morbida, subito amata e coccolata dalla sua regina, dal suo re e dai principini suoi fratelli.
Una corte intera aspettava il suo arrivo con ritrovata gioia e speranza per il futuro.
Erano anni felici, la prosperità aleggiava su tutto il regno.

Il re e la regina erano apparentemente una coppia felice e innamorata. Ancora entusiasti e carichi di idee e energie.

A questa principessa, le madrine sagge, donarono subito alcune doti preziose:

  • l'ottimismo e la follia affinché la principessa fosse sempre solare e felice,
  • la logica in modo che potesse sempre agire con il giusto raziocinio, nonostante la follia,
  • uno spirito di farfalla che l'avrebbe mantenuta sempre libera e colorata,
  • l'anima di una sirena, che l'avrebbe tenuta sempre vicino al mare.

Il mare, l'unico elemento che sarebbe sempre riuscito a placare la sua irruenza, la sua esuberanza e l'istinto, naturali conseguenze delle doti appena donatele.

Solo una delle madrine sagge, di nascosto da tutti, aggiunse alle doti, un dono prezioso ma estremamente pericoloso, un dono che la principessa fortunata avrebbe scoperto un po'per volta, un dono implacabile, che se stimolato nel modo sbagliato, avrebbe alimentato la sua follia e le avrebbe procurato diversi problemi.

La principessa fortunata, ebbe un'infanzia dominata dall'amore, un affetto tangibile che la toccava e la stringeva, proteggendola tra mille cuscini morbidi.
Grazie a questo fu da subito una bambina docile ed ubbidiente.
Ma non era casuale che lo fosse; nessuno osava contraddire il suo ottimismo e la sua follia, sempre utilizzate con dosi abbondanti di ragione.
Nessuno aveva ancora stimolato, in questo modo, quel dono subdolo.

Quindi la principessa fu subito la più amata dalle educatrici di corte, studiosa ma simpatica, intelligente e proattiva, una persona vivace e creativa. Era un piacere parlare con lei di letteratura e storia, per ogni argomento trovava lo stimolo per approfondirlo, non era mai sazia, rimaneva sempre con alcune domande, nella sua testa. E si prometteva sempre che prima o poi avrebbe scovato le risposte a tutto.
La principessa fortunata era una che metteva in discussione l'infinito. 
Non capì mai, nemmeno da grande, che cosa volesse davvero significare, quell'otto orizzontale, un numero caduto, sdraiato.
Era solo, secondo lei, un'invenzione, un'illusione temporanea, inventata per accontentare la gente.
(un po'come l'amore, pensò poi un giorno...).

La principessa fortunata otteneva sempre quello che voleva.
Aveva la testa dura di natura, le doti delle madrine sagge l'aiutavano molto a raggiungere sempre gli obiettivi che si prefissava.
Le rimaneva facile, con la sua loquacità unita al sorriso e all'entusiasmo, incantare le folle con le sue parole e portarle sempre dalla sua parte.
Le persone sembravano incantate da lei. Veniva sempre accolta, aiutata e accontentata.
Lei di contro faceva sempre di tutto per meritarsi tutto ciò che conquistava.
Era generosa, sempre disponibile e aveva buoni consigli per tutti.
Il suo entusiasmo era fonte d'energia per tutti coloro che le giravano intorno.
Aveva un'aura dorata, piena di speranza e forza. E lei faceva in modo che tutti potessero attingerne.
Perché aveva capito il valore di avere persone felici e serene intorno.
Alla fine avrebbero arricchito e avvalorato anche lei.

Insieme a lei, crescevano i suoi doni, tutti. Anche quello pericoloso, quello dell'ultima madrina.
Iniziò a palesarsi man mano che la principessa, che amava muoversi, in tutti i significati del termine, usciva dal regno.
Era la ribellione!
Inizialmente erano le domande nella sua testa, il bisogno continuo di capire le cose nel profondo. Solo così, non condividendole avrebbe potuto scegliere di annientarle.
Era una ribellione logica la sua. 
Costruttiva.
Il suo non accontentarsi mai era la punta di questo dono. Non avrebbe mai e poi mai accettato qualcosa che non condivideva e non capiva. Avrebbe lottato fino alla fine per opporsi a qualcosa che non condivideva.
La principessa, però ricordiamo, era una principessa fortunata.
E la sua ribellione era stato un dono, un regalo, non una maledizione.

La sua ribellione la salvò dall'omologazione, dalla piattezza, dalla insana normalità che minacciavano il regno.
L'aiutò a fuggire e a liberarsi da quei cuscini morbidi e protettivi, che però le toglievano l'aria e non permettevano al suo spirito di farfalla e alla sua anima di sirena, di esprimersi.

Riuscì così senza problemi a viaggiare, girare il mondo fuori dal regno. Grazie alla sua curiosità si sforzò sempre di conoscere nel profondo le terre che attraversava nei suoi viaggi. Amava immedesimarsi nelle diverse culture, godere appieno di ogni esperienza che durante i suoi viaggi le si proponeva.

La sua mente diveniva così sempre più aperta. Vivace e solare. La sua curiosità si auto-alimentava. Il suo spirito di farfalla e la sua anima di sirena si nutrivano della ribellione. La logica e la follia (soprattutto) si fondevano nelle sue scelte. Che anche quando sbagliate, la principessa fortunata, accettava come tali. Era brava anche ad assumersi tutte le sue responsabilità.
Le madrine sagge erano state davvero benevole con lei.
Era proprio una principessa fortunata....

Poi un giorno si innamorò.....

(to be continued)






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