Quando una donna torna in contatto con
se stessa….
E’ passato più di un anno. Avevo
promesso a settembre dello scorso anno che avrei affrontato
l’argomento, ma fino ad oggi non lo avevo più fatto. Almeno in
modo esplicito.
Very Normal ME non vive più a Milano.
Che Milano le stesse stretta si era
capito, probabilmente!
Il traffico, i parcheggi impossibili,
la frenesia.
Il vivere in bianco e nero troppi mesi
su dodici.
La continua ricerca dello spazio.
Il sentirsi soli in mezzo a fin troppe
persone.
L’attesa del fine settimana per
fuggire.
Il mare, troppo lontano. La mancanza di
aria, di salmastro, di sabbia, di onde, di alghe, di profumo di mare.
La ricerca di stimoli continui.
La ricerca di se stessa, incessante!
E poi, le radici, le radici che prima o
poi ritirano a se!
Very Normal ME è tornata a casa! Da
più di anno!
Con i suoi boys!
Due su tre!
Very Normal ME si era completamente
persa.
Persa ad inseguire sogni che non le
appartenevano.
Illusa che potessero esserlo, anche
suoi.
La consapevolezza, poi, un giorno, di
chi era veramente e di cosa voleva.
Ovvero, la consapevolezza di che cosa
assolutamente non voleva.
Aveva voglia di se stessa.
Cavolo, se si mancava!
Cavolo se è difficile parlare di
questa cosa!
Sarebbe molto più semplice e forse più
utile parlare dell’aspetto pratico del cambiamento.
Come progettarlo. Cosa fare. Come
affrontarlo. Quali sono le priorità.
Certo in questo anno di passi ho avuto
modo di farne tanti.
Tanti sbagliati anche.
E solo sbagliando così tanto si può
forse capire come non sbagliare più.
Ma l’atto pratico arriva sicuramente
dopo quello emotivo.
Soltanto dopo aver affrontato il
cambiamento interiore si è davvero pronti ad affrontare quello
esteriore.
E averlo affrontato vuol dire solo
essere all’inizio.
Cambiamento.
Cambiamento che vuol dire coraggio e
paura nello stesso momento.
Che significa iniziare a vivere con se.
Cambiamento che passa attraverso la
sofferenza. E non solo la tua.
Uno specchio dove si riflettono insieme
a te, la tua infanzia, i tuoi genitori, le loro scelte, le tue di
scelte.
Uno specchio affollato, dal quale piano
piano devi far scomparire tutto il resto, affinché rifletta solo te.
Ci vorrà una vita intera.
Probabilmente.
Diventi la pala di un frantoio.
Giri e schiacci, con lentezza e
perseveranza.
Per estrarre la parte migliore, scarti
e escludi.
Per trovare te a volte sei costretta a
costringere qualcun altro a trovare se stesso.
Ma il motore ormai è acceso.
E le pale trascinano con se tutto
quello che ci cade dentro.
Inizi a scaricare per strada zaini e
zavorre, piene di occhi, di sguardi, di odori, di sapori.
A volte ti girerai dopo averli
scaricati perché la nostalgia per averlo fatto sarà già
fortissima.
In ogni zaino alla fine, tra le cose
brutte rimane sempre anche qualche cosa di bello.
A volte ti stupirai, ferma su quella
zavorra, a squadrarla. Ormai abbandonata su quel sentiero. Non ti
chinerai a recuperarla. Ma sei li, immobile, e la guardi!
Altre volte ti scoprirai a tornare
indietro a recuperala.
Altre volte a scappare via di corsa per
allontanartene il più velocemente possibile.
Altre volte ti scivolerà dalle mani e
ti accorgerai di averla scaricata soltanto in un secondo momento. E
non sarà male, quando te ne accorgerai.
Cambiamento.
E Very Normal ME si vede camminare su
quella strada.
Un sentiero color della terra,
sorridente e allegra, illuminata finalmente dal sole, circondata dal
verde e dall’azzuro.
Non più sola in mezzo a troppa gente.
Very Normal ME si vede respirare a
pieni polmoni.
Più o meno spensierata. Più o meno
leggera o alleggerita.
Però in cammino.
Qualche zavorra lasciata alle spalle.
Altre ancora sulle sue spalle.
Qualche volta è li, immobile a
fissarne una. Combattuta a pensare se abbandonarla completamente o
recuperarne qualche pezzo.
Davanti a lei è tutto ancora ignoto.
Ma sa che ne vale la pena.
Come in un videogame, dall’alto si
palesano sul sentiero dei punti interrogativi. E lei deve
affrontarli. Continuamente!
Alcuni sono più sottili e semplici,
altri sono spessi e terrificanti.
A volte ci mette giorni a superarne
uno. Alcuni la bloccano su quel livello e sembra impossibile andare
avanti. Delle volte è scoraggiata. Pensa di non superarlo mai, quel
livello, quel punto interrogativo nero e spesso.
Ma alla fine è solo questione di
tempo.
Il tempo le donerà gli strumenti per
affrontarli tutti, i più sottili e quelli peggiori.
Lei lo sa.
E non è una che si arrende facilmente!
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