mercoledì 26 febbraio 2014

C'erO una volta...

Ad oggi sono una giovane mamma trentatreenne infelicemente inoccupata.
Che per diletto, un po' per hobby e un po'per vanità, scrive.
Che non si tira indietro di fronte a nulla e aspettando di andarmene chissà dove, che poi dove in realtà lo so già benissimo, si diverte lavorando come cameriera ogni tanto, sostenendo, oltretutto, che più comunicazione di così, in realtà, non si può.

Ma, tornando indietro nel tempo...

Avevo solo sei anni, quando urlai dietro a mia madre, che da grande mi sarei comprata un grande albergo, con tante governanti e io mi sarei occupata dei soldi e di comandare... (intendendo che mi sarei occupata della gestione ovviamente!).

Avevo solo quindici anni, quando al telefono con la nonna in Canada e sfidando la coppia di stupendi genitori che mi sono capitati, le dissi di farmi un biglietto e che avrei passato tre mesi con lei!
Mia madre non ha creduto che partissi davvero fino alla mattina in cui mi vide attraversare quel Gate a Fiumicino.
Per la prima volta in viaggio da sola, per la prima volta libera.
Ricordo ancora quello scalo a Venezia. 
Non ho conservato con cura, purtroppo, quel diario di viaggio che compilai da quella mattina in poi, per tre mesi, e nemmeno quel paio di occhiali da sole che mi affrettai a comprare affascinata dal mio primo duty-free shop a Venezia.

Allora non pensavo che i ricordi sarebbero stati così importanti per la costruzione del futuro.
Avevo solo quindici anni.

Già lì dimostrai la mia tempra, implorando le mie cugine di farmi lavorare al ristorante italiano dove lavoravano loro, e per settimane lavai lattuga, con l'acqua che era talmente fredda che ancora me lo ricordo. 
E con un sacco di colleghi che inizialmente non capivo affatto, ma con i quali presto iniziai invece a scambiare battute e confidenze.
Avevo imparato l'inglese, lavando la lattuga.

Poi ne avevo circa sedici, quando urlai dietro a mia madre che nell'attesa di potermi comprare quell'albergo li che continuavo a sognare, e che mi sono sempre immaginata, avrei fatto la hostess di aereo...

Durante le scuole superiori, ogni estate, contro il parere dei miei splendidi genitori, mi impegnai ad imparare a lavorare.
Costrinsi mio padre a parlare di me al suo capo, il direttore di un villaggio turistico svizzero, che il primo anno mi mise a contare monetine nel back office del ricevimento, il secondo a sistemare libri nella biblioteca e ad aprire le casseforti ai clienti negli orari stabiliti, il terzo e il quarto anno, però, mi assunse come "aiuto ricevimento" e tra le altre cose, mi diede la possibilità di utilizzare i programmi di booking e di stare perfino nel front office!

Poi a diciotto mi sono diplomata. Al turistico of course! E con il massimo dei voti!
E con la "scusa" dell'università me ne sono andata a Milano.
Volevo imparare le lingue. Studiando.
Ma in Italia, all'Università, in realtà le lingue non le impari, nemmeno se ti impegni tanto.

E allora con il mio inglese americano, imparato durante quella fortunata vacanza dalla nonna in Canada, quando di anni ne avevo solo quindici, iniziai presto ad affannarmi alla ricerca della mia "indipendenza"!

Ed ho iniziato a lavorare nella comunicazione, nel marketing e nell'organizzazione di eventi.
Presto, prestissimo, mi innamorai di quel lavoro.
Viaggiavo tanto, solo in Italia, ma tutte le settimane.
E mi sono impegnata tanto, tantissimo, e sono diventata anche brava!
E sono arrivata, dopo più di dieci anni, ad essere responsabile marketing di importanti realtà.

Ma.. io non volevo lavorare nel turismo?
E quindi? 
Come ci sono finita a rincorrere un lavoro che in realtà non ho mai sognato?
Ok, sicuramente è quello che so fare, tutto sommato anche con piacere.

Ma una mia particolare idea sul significato profondo della vita, non è concorde!

Infatti penso che il vero significato dell'esistenza sia quello di carpire quali siano i personali talenti e far di tutto per esaudirli, per poter meglio metterli, poi, a disposizione dell'universo.

Quindi, stamattina, riflettendo sui curriculum versati, sono qui a chiedermi dove sia finito il sogno del mio albergo...

Punto. E a capo?





2 commenti:

  1. Finalmente sei tornata!!!!! Sempre interessante ciò che scrivi, ti fa riflettere!!

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  2. Eccomi!
    Solita storia.. se le mie riflessioni fanno riflettere, se le mie battute fanno sorridere... a posto! Anche oggi è stata alla fine una bella giornata!
    Ciao e grazie!

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